di Viola Signorini
Il biochar, carbone vegetale ottenuto
dalla pirolisi di differenti biomasse vegetali, di cui sentiamo
sempre più spesso parlare come di un ottimo ammendante del terreno,
ha in realtà numerose proprietà che lo rendono un materiale
versatile, utilizzabile in moltissimi ambiti.
Già antiche civiltà del bacino
amazzonico, ad esempio, utilizzavano il biochar come sterilizzante
per ridurre la nascita e la diffusione di malattie infettive,
mescolandolo a feci e a rifiuti. Oppure, in epoche pre-industriali si
usava il biochar per filtrare l'acqua per il consumo umano. Oggigiorno, questo carbone vegetale
viene impiegato nei settori più differenti: dall'allevamento
all'edilizia, dalla produzione di indumenti ed imballaggi alla
cosmetica, all'industria alimentare.
E il biochar, anche utilizzato fuori
dal terreno, continua ad essere un aiuto per il clima e per
l'ambiente, sequestrando carbonio e riducendo la quantità di rifiuti
organici eliminati in discarica.
Un allevatore, oltre a limitare odori
sgradevoli mescolando il biochar al mangime ed ai rifiuti, può
aggiungere il carbone vegetale alla dieta degli animali e migliorare
così il loro stato di salute: ridurre diarrea, allergie, infezioni,
rendere gli animali più tranquilli.
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In edilizia il biochar viene sfruttato
grazie a due sue proprietà: bassa conduttività termica e capacità
di assorbire umidità. Infatti, mescolato ad argilla o malta di
cemento, è un ottimo coibentante ed un eccellente regolatore
dell'umidità interna degli edifici: impedisce all'aria interna di
seccarsi eccessivamente, previene la formazione di muffe, assorbe
odori e tossine e perfino radiazione elettromagnetiche.
In Giappone e in Cina si usa un biochar
derivante dal bambù per produrre tessuti traspiranti e antiodoranti.
Le particelle di carbone vegetale che provengono dal bambù,
mantengono le loro naturali proprietà antibatteriche e antifungine,
inoltre le fibre hanno una struttura porosa che permette la
traspirazione del tessuto. Per lo stesso scopo, il biochar è incluso
anche nelle suole.
Si sta studiando come utilizzare il
"biochar paper" e il "chardboard", carta e
cartone prodotti utilizzando biochar, per realizzare confezioni ed
imballaggi ecosostenibili. Un tale tipo di imballaggio può avere
molti vantaggi, ad esempio nella conservazione del cibo. Assorbire
etilene (ormone vegetale che induce la degradazione delle cellule)
ritardando così la maturazione della frutta; assorbire l'umidità,
preservando i cibi dalla formazione di muffe e funghi. Grazie alla
bassa conduttività termica, scatole o bicchieri realizzati con
biochar, possono mantenere più a lungo la temperatura di alimenti e
bevande calde o fredde.
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E' interessante anche accennare all'uso
del biochar nella cosmesi.
Oltre a trovarlo nei cosmetici decorativi,
il biochar è incorporato a fine lavorazione nei saponi, per ottenere
il così detto sapone nero, con eccellenti proprietà
seboregolatrici, purificanti ed esfolianti. Maschere facciali
contenenti biochar hanno una grande capacità di assorbire sostanze
dannose dalla pelle.
Infine, segnaliamo l'uso del biochar
come colorante alimentare (E 153). L'interesse del carbone vegetale
nel campo alimentare non è rappresentato tanto dal suo impatto
visivo quanto dagli effetti benefici che produce sull'organismo.
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Le
fibre vegetali dopo la pirolisi diventano porose e acquistano la
capacità di assorbire gas intestinali, e dopo aver svolto questa
funzione, vengono eliminate non potendo essere digerite
dall'organismo. Migliorano quindi problemi intestinali e sembra
abbiano effetti positivi anche sui livelli di colesterolo e sui
valori di glicemia.
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