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Si è conclusa con successo la manifestazione “Biochar Expo” tenutasi a Milano dal 24 al 27 giugno ed inserita all’interno dei numerosi appuntamenti promossi da CNR per EXPO.

L’evento si è aperto al Padiglione Italia di Expo con la conferenza “Biochar: una soluzione sostenibile per agricoltura e ambiente”, che ha visto la partecipazione, in veste di relatore, di uno dei massimi studiosi a livello mondiale di biochar: il Prof. Johannes Lehmann della Cornell University. Alla tavola rotonda che è seguita hanno poi partecipato Alessandro Pozzi, in rappresentanza di Ichar (associazione italiana Biochar), Leonard Bernardelli, per CSQA (ente di certificazione), il Prof. Alessandro Peressotti dell’Università di Udine ed Enrico Roitz, imprenditore. Ad assistere alla conferenza è intervenuto un folto pubblico che ha contribuito ad animare il dibattito intorno al biochar con domande ed osservazioni.

Il Prof. Lehmann mentre risponde alle domande della platea
Nei giorni seguenti la manifestazione si è trasferita nei giardini della Facoltà di Agraria dell’Università di Milano dove oltre 20 espositori nazionali ed internazionali si sono confrontati con numerosi imprenditori, professionisti, tecnici, ricercatori e visitatori curiosi. Le giornate universitarie sono state poi arricchite da un ciclo di seminari tenuto da professori e ricercatori e da uno stove contest che ha visto contrapporsi, a colpi di fantasia ed originalità, delle stufe pirolitiche costruite da “appassionati” della pirolisi.  

Il Dr. Gustafsson durante uno dei seminari
Quattro giorni entusiasmanti e ricchi di appuntamenti che hanno evidenziato come il biochar possa ricoprire un ruolo di primo piano nella lotta al cambiamento climatico e nella sfida per garantire nutrimento al pianeta.

Gli scienziati pazzi dello stove contest

Periscope l’applicazione di twitter per il live streaming

Lo scorso 24 giugno a Padiglione Italia, Milano Expo 2015, si è svolta la prima conferenza del CNR in diretta streaming: “Biochar: una soluzione sostenibile per agricoltura e ambiente”.

Grazie all’applicazione gratuita Periscope, disponibile per IOS e Android, anche i followers del Biochar hanno potuto seguire l’evento che si è svolto nell’Auditorium di Palazzo Italia. L’entusiasmo per la riuscita di questo esperimento e il desiderio di dare la possibilità a tutte le persone interessate, che non possono essere presenti, di seguire le Conferenze del CNR in diretta, mi spinge a scrivere "due righe" sull’uso di Periscope, nella speranza che altri ricercatori tentino l’impresa. Colgo l’occasione per invitare il gruppo del Biochar a raccontare la loro testimonianza d’uso per la Conferenza e nei giorni successivi durante la mostra "fuori Expo" che si è svolta dal 25 al 27 giugno nei giardini della Facoltà di Agraria dell'Università di Milano.

Le informazioni di questo articolo sono frutto di documentazione e testimonianze raccolte in rete e sul sito dell’applicazione. 

Installare Periscope

  1. Usare Periscope è facile! In tutti gli articoli che ho letto le istruzioni sono: "dopo aver scaricato l'applicazione da Google Play dovrete loggarvi con il vostro account Twitter, per fare video abilitate microfono e fotocamera; la localizzazione è facoltativa".
  2. Cito dalla pagina prodotto di Google Play: “Prima di iniziare le riprese si potrà scegliere se rendere pubblica o meno la propria diretta: il videomaker potrà scegliere se pubblicare il link della diretta anche su Twitter, permettendo a tutti gli utenti della piattaforma social di accedere allo streaming live. In caso contrario, solo le persone che già ci seguono su Periscope riceveranno una notifica di quanto sta accadendo.”
  3. Attenzione: i video restano disponibili online per 24 ore, dopo vengono rimossi. I videomaker possono saricare i video entro le 24 ore dalla ripresa.
Periscope lets you broadcast live video to the world. Going live will instantly notify your followers, who can join, comment and send you hearts in real time. The more hearts you get, the higher they flutter on the screen.
Other features:
REPLAY: When your broadcast is over, you can make it available for replay so viewers can watch later. Viewers can replay your broadcast with comments and hearts to relive the full experience. Replays currently last 24 hours. You can delete your replay at any time.
PRIVATE: If you want to broadcast to specific people, press the Private option before going live and choose who you want to invite to your broadcast.
TWITTER: You can choose to share your Periscope broadcasts on Twitter by tapping the bird icon before you start broadcasting. When you go live, you’ll tweet a link so that your Twitter followers can watch on the web (or in the app)
MANAGE NOTIFICATIONS: Periscope will suggest people for you to follow based on your Twitter network. You can always follow new people, or unfollow them if you don’t want to be notified when they go live. You can also adjust notification preferences in Periscope Settings (in Profile)
HEARTS: Periscope keeps track of how many hearts you get from your viewers. The more hearts, the higher you get in the “Most Loved” list.
    "Life Streaming" con Periscope

    Di seguito lo storify generato dai tweets scambiati durante la Conferenza su Periscope, nella speranza che l'esperimento sia compiuto anche da altri ricercatori!

    Leggi lo Storify: Biochar Expo 2015 | Storify

    di Mariavittoria Ponzanelli


    Diretta live da Padiglione IT con Periscope
    Seguici su Twitter: @Biochar_Expo
    Hashtag: #Biochar #AskBiochar

    Mercoledì 24 giugno 2015, ore 14.00
    Padiglione Italia, Expo 2015

    CONFERENZA:   
    Biochar: una soluzione sostenibile per agricoltura e ambiente

    Coordinata da Franco Miglietta dell’Istituto di biometeorologia del Cnr (Ibimet-Cnr).

    Una soluzione per aumentare la produzione di cibo, produrre energia rinnovabile da residui colturali e combattere il cambiamento climatico arriva da biochar, conosciuto come carbonella vegetale, si è rivelato un ottimo ‘ammendante’ del suolo agricolo. 
    Usato in questa sua funzione favorisce la produzione delle colture migliorando il suolo, conservando acqua e trattenendo nutrienti. Ma fa ancora di più, perché una volta messo nel terreno non si degrada, arrivando a ‘sequestrare’ una frazione significativa del Carbonio di cui è per lo più composto e che proviene dal biossido di Carbonio (CO2) che le piante hanno assimilato dall'atmosfera con la fotosintesi. L'evento BiocharEXPO 2015 darà l'opportunità di conoscere e approfondire l’argomento, attraverso due letture tecnico-scientifiche, ma comprensibili dal grande pubblico, che apriranno la manifestazione. 

    Il 25 giugno alle ore 10.00, nei giardini della Facoltà di Agraria dell'Università di Milano (Città studi), verrà inaugurata la mostra "fuori EXPO" che resterà aperta fino alle ore 13.00 del 27 giugno e coinvolgerà alcuni dei protagonisti del settore energetico, agricolo ed industriale. 

    Ma sarà soprattutto un modo per conoscere alcuni dei 55 diversi usi del Biochar, che interessano tanti e diversificati aspetti della nostra vita quotidiana. Di oggi e di domani.



    L’aggiunta nel terreno di carbonio di origine pirogenica (biochar) è considerata una possibile strategia per sequestrare carbonio dall’atmosfera. Ma, quanto dura di fatto l’immobilizzazione del carbonio operata dal biochar?

    A questa domanda hanno provato a rispondere alcuni ricercatori dell’Istituto di Biometeorologia (IBIMET) con uno studio pubblicato sulla rivista PLoS ONE e coordinati dal Dott. Franco Miglietta. I ricercatori hanno esaminato gli effetti sul lungo termine del biochar sul carbonio del terreno grazie allo studio di alcune carbonaie dismesse delle Alpi orientali italiane risalenti al XIX secolo (Val di Peja). La quantità di  carbonio sequestrato è stata ottenuta mediante il confronto tra il  C pirogenico presente nelle carbonaie e la quantità stimata di biochar lasciato sul terreno dopo la carbonizzazione.

    Lo studio è giunto alla conclusione che 1) il carbonio originariamente aggiunto al terreno sotto forma di biochar può esservi ritrovato per l’80±21% e che 2) il biochar ha un tempo medio di permanenza nel terreno di 650±139 anni.

    Questi risultati sembrano avvalorare le teorie che vedono il biochar come un valido strumento da impiegare contro il cambiamento climatico.

    Per approfondimenti si rimanda all'articolo di Criscuoli et al. 2013, «Carbon Sequestration and Fertility after Centennial Time Scale Incorporation of Charcoal into Soil» http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0091114


    Twitter: @Biochar_Expo
    Hashtag: #VivaioRicerca #Biochar
    Facebook: CNRxEXPO


    di Serena Geri

    Quando si affronta il problema della lotta al cambiamento climatico una delle strategie proposte, oltre alla riduzione delle emissioni di gas serra, è quella del sequestro e dell’immobilizzazione della CO2 (carbon sequestration). Una delle vie percorribili per sequestrare ed immobilizzare l’anidride carbonica è rappresentata dal biochar.

    Ma come fa il biochar a sequestrare il carbonio atmosferico?

    Le piante sottraggono carbonio dall'atmosfera attraverso il processo fotosintetico
    Com’è noto, infatti, esse utilizzano acqua, luce e CO2 per sintetizzare i composti organici necessari alla loro sopravvivenza. Una volta che la pianta muore, parte dell’anidride carbonica che questa ha organicato con il processo fotosintetico torna in atmosfera attraverso la decomposizione della pianta stessa operata dai microrganismi terricoli. Se però i residui vegetali della pianta, anziché essere lasciati sul terreno o interrati, andando così incontro ad una più o meno rapida mineralizzazione (con conseguente rilascio di CO2), vengono indirizzati al processo della pirolisi (combustione in assenza di ossigeno), il carbonio organicato dalla pianta viene convertito in una forma recalcitrante alla mineralizzazione ovvero il biochar. 
    Dal momento che il biochar rimuove il carbonio organico dal ciclo della decomposizione della pianta, esso sottrae CO2 dall'atmosfera. Il biochar sequestra circa il 50% del carbonio contenuto inizialmente nei residui vegetali pirolizzati mentre il restante 50% lo si ritrova nel syngas, il gas che si produce durante la pirolisi e che può essere utilizzato come fonte energetica.

    Se le fonti energetiche rinnovabili come il solare o l’eolico sono processi carbon neutral, ovvero non comportano emissione di nuova CO2 in atmosfera e non alterano il bilancio del carbonio, il biochar determina invece un bilancio carbon negative in quanto l’anidride carbonica “sottratta” dall'atmosfera con la fotosintesi viene immobilizzata nel terreno attraverso l’interramento del biochar anziché venire mineralizzata (C fissato > C mineralizzato).

    Si può allora giungere alla conclusione che il biochar, dal momento che immobilizza C organico che altrimenti andrebbe naturalmente incontro a mineralizzazione, può dare un forte contributo al sequestro a lungo termine dell’anidride carbonica e quindi alla lotta al cambiamento climatico.

    di Viola Signorini

    Il biochar, carbone vegetale ottenuto dalla pirolisi di differenti biomasse vegetali, di cui sentiamo sempre più spesso parlare come di un ottimo ammendante del terreno, ha in realtà numerose proprietà che lo rendono un materiale versatile, utilizzabile in moltissimi ambiti. 

    Già antiche civiltà del bacino amazzonico, ad esempio, utilizzavano il biochar come sterilizzante per ridurre la nascita e la diffusione di malattie infettive, mescolandolo a feci e a rifiuti. Oppure, in epoche pre-industriali si usava il biochar per filtrare l'acqua per il consumo umano. Oggigiorno, questo carbone vegetale viene impiegato nei settori più differenti: dall'allevamento all'edilizia, dalla produzione di indumenti ed imballaggi alla cosmetica, all'industria alimentare. 

    E il biochar, anche utilizzato fuori dal terreno, continua ad essere un aiuto per il clima e per l'ambiente, sequestrando carbonio e riducendo la quantità di rifiuti organici eliminati in discarica.

    Un allevatore, oltre a limitare odori sgradevoli mescolando il biochar al mangime ed ai rifiuti, può aggiungere il carbone vegetale alla dieta degli animali e migliorare così il loro stato di salute: ridurre diarrea, allergie, infezioni, rendere gli animali più tranquilli.

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    In edilizia il biochar viene sfruttato grazie a due sue proprietà: bassa conduttività termica e capacità di assorbire umidità. Infatti, mescolato ad argilla o malta di cemento, è un ottimo coibentante ed un eccellente regolatore dell'umidità interna degli edifici: impedisce all'aria interna di seccarsi eccessivamente, previene la formazione di muffe, assorbe odori e tossine e perfino radiazione elettromagnetiche.
    In Giappone e in Cina si usa un biochar derivante dal bambù per produrre tessuti traspiranti e antiodoranti. Le particelle di carbone vegetale che provengono dal bambù, mantengono le loro naturali proprietà antibatteriche e antifungine, inoltre le fibre hanno una struttura porosa che permette la traspirazione del tessuto. Per lo stesso scopo, il biochar è incluso anche nelle suole.
     
    Si sta studiando come utilizzare il "biochar paper" e il "chardboard", carta e cartone prodotti utilizzando biochar, per realizzare confezioni ed imballaggi ecosostenibili. Un tale tipo di imballaggio può avere molti vantaggi, ad esempio nella conservazione del cibo. Assorbire etilene (ormone vegetale che induce la degradazione delle cellule) ritardando così la maturazione della frutta; assorbire l'umidità, preservando i cibi dalla formazione di muffe e funghi. Grazie alla bassa conduttività termica, scatole o bicchieri realizzati con biochar, possono mantenere più a lungo la temperatura di alimenti e bevande calde o fredde.

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    E' interessante anche accennare all'uso del biochar nella cosmesi
    Oltre a trovarlo nei cosmetici decorativi, il biochar è incorporato a fine lavorazione nei saponi, per ottenere il così detto sapone nero, con eccellenti proprietà seboregolatrici, purificanti ed esfolianti. Maschere facciali contenenti biochar hanno una grande capacità di assorbire sostanze dannose dalla pelle.
    Infine, segnaliamo l'uso del biochar come colorante alimentare (E 153).  L'interesse del carbone vegetale nel campo alimentare non è rappresentato tanto dal suo impatto visivo quanto dagli effetti benefici che produce sull'organismo.
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    Le fibre vegetali dopo la pirolisi diventano porose e acquistano la capacità di assorbire gas intestinali, e dopo aver svolto questa funzione, vengono eliminate non potendo essere digerite dall'organismo.  Migliorano quindi problemi intestinali e sembra abbiano effetti positivi anche sui livelli di colesterolo e sui valori di glicemia.




    di Serena Geri

    In un futuro prossimo, quando affronteremo la tematica dell’agricoltura sostenibile, non potremo non sentir parlare del biocharun carbone vegetale che si ricava dalla combustione in assenza di ossigeno (pirolisi) della biomassa vegetale, simile nell'aspetto al carbone che si ottiene dalla naturale combustione della biomassa vegetale.
    Il processo produttivo che porta alla formazione del biochar genera anche un altro prodotto rappresentato da un gas combustibile (syngas). Se il syngas può essere utilizzato per la produzione di energia, il biochar, per molto tempo considerato un materiale di scarto, può invece rappresentare una risorsa da impiegare nella lotta al cambiamento climatico e nella sfida della produzione sostenibile di cibo. Questo carbone vegetale, composto per il 70-90% da carbonio, appare infatti in grado di ridurre le emissioni di anidride carbonica in atmosfera grazie alla sua capacità di sequestrare C.

    Quando incorporiamo nel terreno una qualsiasi biomassa vegetale questa andrà presto incontro a mineralizzazione, con conseguente rilascio di C02 in atmosferama se ad essere interrato è il biochar, il ciclo del carbonio verrà notevolmente rallentato grazie alla recalcitranza del carbone vegetale nei confronti della mineralizzazione. Questa sua proprietà fa sì che il biochar, una volta interrato, sequestri il carbonio nel terreno anche per più di cent’anni, riducendo così le emissioni anidride carbonica in atmosfera.  

    L’interesse della comunità scientifica nei confronti del biochar però non si esaurisce nell'ambito ambientale. Negli ultimi anni infatti sono stati realizzati numerosi studi orientati ad analizzare le possibili proprietà agronomiche di questo carbone vegetale al fine di valutarne il possibile impiego in campo agricolo.
    Ciò che emerge dagli studi effettuati è che il biochar può essere impiegato in agricoltura come 
    ammendante poiché è in grado di migliorare la fertilità chimica e fisica del suolo. Nei suoli trattati con il biochar, infatti, si registra un aumento della capacità di ritenzione dell’acqua, una diminuzione della perdita per lisciviazione degli elementi nutritivi ed uno stimolo allo sviluppo della microflora e della microfauna 

    Studi sull'applicazione del biochar in agricoltura sono stati realizzati negli ultimi anni anche dai ricercatori dell’Istituto di Biometeorologia (IBIMET) del CNR di Firenze che hanno condotto prove sperimentali di campo indirizzate ad approfondire gli effetti del biochar su alcune produzioni agricole caratteristiche dell’area mediterranea come la vite (Vitis vinifera), il pomodoro (Lycoparsicon esculentum) ed il grano duro (Triticum durum).
    Molto ancora c’è da scoprire su questo carbone vegetale i cui effetti sul terreno e sulle produzioni agricole non appaiono indipendenti delle caratteristiche del suolo al quale viene applicato, dal clima e dalla biomassa di origine. Di questo si parlerà a Biochar Expo”, un evento in programma dal 24 al 27 giugno a Milano, che prenderà il via il 24 presso l’auditorium di Padiglione Italia e che dal 25 al 27 si trasferirà presso i Giardini della Facoltà di Agraria dell’Università di Milano.