Dalla ricerca alle applicazioni operative
Il settore irriguo rappresenta, nella
gran parte delle regioni del Mediterraneo, il principale utilizzatore
delle risorse idriche. Le conseguenze di cattive gestioni delle
risorse idriche destinata all’irrigazione hanno un impatto
crescente non soltanto sul fragile equilibrio ambientale delle zone
interessate, ma anche sull’efficienza economica delle aziende e dei
gestori della risorsa idrica.
L’applicazione della normativa
comunitaria, attraverso la Direttiva Acqua n.60/2000, ha di fatto
messo in luce la criticità dei sistemi irrigui delle regioni
meridionali, che aggrava ulteriormente le annose difficoltà del
settore primario. E’ però crescente la consapevolezza delle
negative ricadute economiche derivanti da un uso non razionale delle
risorse idriche per l’irrigazione, specialmente ove i sistemi
irrigui adottati, sia a scala aziendale che consortile, richiedono
crescenti fabbisogni energetici (si pensi agli impianti di
sollevamento a servizio delle reti in pressione). Inoltre, è sempre
più diffusa la domanda di prodotti agroalimentari ottenuti nel
rispetto dell’ambiente e con l’impiego controllato di tutti gli
input agronomici, sempre strettamente legati ai quantitativi d’acqua
utilizzati nell’irrigazione. Tuttavia, le aziende produttrici ed i
gestori della risorsa idrica spesso sono impreparati ad adottare
misure per un’efficiente gestione dell’irrigazione per la
mancanza di informazioni adeguate e tempestive, con particolare
riferimento ai fabbisogni irrigui, la cui valutazione richiede il
monitoraggio dello sviluppo colturale e dell’andamento
meteorologico.
La ricerca scientifica, negli ultimi
venti anni, ha notevolmente progredito nella conoscenza dei diversi
processi fisici presenti in un sistema irriguo. In particolare,
l’impiego di modelli di bilancio idrologico nel sistema
suolo-pianta-atmosfera e la possibilità di misurare molte delle
grandezze coinvolte consentono di valutare caso per caso, parcella
per parcella il fabbisogno irriguo. Di grande rilievo appare in tale
contesto l’utilizzo di immagini multispettrali da satellite,
caratterizzate da elevata risoluzione spaziale, ossia capaci di
individuare le singole parcelle anche in sistemi frammentati come
quelli tipici meridionali.
Fin dal 2008, la Regione Campania ha
attivato in via sperimentale un servizio di assistenza irrigua basato
sull’impiego di dati satellitari e di tecnologie dell’informazione,
denominato “Piano Regionale di Consulenza all’Irrigazione”, poi
confluito nel progetto “IRRISAT” finanziato con i fondi PSR
2007-2013. Il progetto ha portato allo sviluppo e applicazione di un
sistema di supporto all’irrigazione sia a scala aziendale che
consortile, basato sull’impiego di immagini satellitari.
L’osservazione dallo spazio delle superfici agricole viene
utilizzata per il monitoraggio dello sviluppo delle colture, con un
dettaglio di 20x20 m. E’ così possibile valutare il quantitativo
massimo di acqua da utilizzare per irrigazione (“consiglio
irriguo”) entro poche ore dall’acquisizione satellitare.
L’informazione viene distribuita agli utenti finali, costituiti sia
dalle singole aziende agricole che ai consorzi di bonifica ed
irrigazione, attraverso telefonia cellulare (SMS) ed Internet (E-mail
e pagine dedicate Web-GIS).
IRRISAT è un esempio importante di
utilizzo delle tecnologie di osservazione della Terra nella gestione
del territorio e delle risorse idriche per il raggiungimento di una
maggiore sostenibilità dell’irrigazione.
Photo credits: l'immagine appartiene al sito del progetto IRRISAT (http://www.irrisat.it/)
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