Il Mar Mediterraneo è una delle
regioni del pianeta più sensibili ai cambiamenti ambientali. Negli
ultimi decenni la frequenza, l'entità e la durata delle
proliferazioni o "fioriture" di meduse nel Mare Nostrum
sono progressivamente aumentate, richiamando una crescente attenzione
verso questi delicati organismi sia da parte dei ricercatori, volti a
comprendere le cause di questi fenomeni, che del grande pubblico.
Spesso le grandi popolazioni di meduse sono considerate come
un'anomalia o un disturbo per l'equilibrio degli ecosistemi marini, o
come un impedimento per le attività umane, come la pesca,
l'acquacoltura, la balneazione, e persino per gli impianti
industriali costieri.
I progressi della ricerca stanno consentendo di
identificare con crescente precisione i meccanismi biologici ed
ecologici che determinano questi fenomeni e di quantificare l'impatto
per l'ecosistema marino e per l'uomo, ma anche di rivelarne alcuni
potenziali risvolti positivi. MED-JELLYRISK 2012-2015
(www.jellyrisk.eu) è un progetto di ricerca finanziato dal programma
ENPI CBCMED che ha permesso di sviluppare un approccio
multidisciplinare e integrato a livello transnazionale per
l'attuazione di strategie condivise di studio, monitoraggio e
prevenzione delle fioriture di meduse nel Mar Mediterraneo, in
accordo con le raccomandazioni della Strategia Marina della
Commissione Europea (MSFD, 2008) per la crescita sostenibile e la
protezione degli ecosistemi marini europei.
Durante la conferenza Nuovi cibi tra ricerca, sostenibilità e innovazione, presenterò alcuni tra i risultati più significativi del progetto MED-JELLYRISK, quali: il raggiungimento di un alto livello di partecipazione e di consapevolezza del grande pubblico sul "fenomeno meduse"; la formazione di operatori tecnici del settore e di nuovi ricercatori, la standardizzazione dei metodi di studio a livello internazionale; la scoperta di nuove specie; l'identificazione dei principali meccanismi biologici e dei fattori ambientali promotori; lo messa a punto di modelli matematici di previsione; la sperimentazione di strumenti di mitigazione, come le reti antimeduse; la raccolta di nuovi, promettenti dati sul potenziale utilizzo delle meduse mediterranee per uso farmaceutico, nutraceutico, ed alimentare.
Prof. Stefano Piraino, Laboratorio di Biologia Evolutiva degli Invertebrati marini
Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali - DISTEBA
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