Antonella Leone: Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari (ISPA, CNR)
L'ampia biodiversità marina, oltre ad offrire nuove fonti nutrizionali, può rappresentare una valida fonte di composti bioattivi sia di interesse nutraceutico sia per il loro potenziale nello sviluppo di nuovi farmaci con attività antimicrobica, antinfiammatoria e/o antitumorali.
I grandi invertebrati marini, come la Scyphomedusae, sebbene possiedano tipicamente sostanze urticanti prodotte in cellule specializzate, appaiono come una preziosa opportunità non solo per la ricerca di risorse alternative di alimenti ricchi in composti bioattivi ma anche per lo sviluppo di nuovi farmaci o materiali biomedici. L’aumento, negli ultimi decenni, dello zooplancton gelatinoso, sebbene con cause non ancora chiare, si verifica anche in diverse zone costiere del Mediterraneo. La percezione pubblica del fenomeno, che è virtualmente guidata dai media, insieme ad una maggiore antropizzazione dell’ambiente costiero, corrobora un impatto potenzialmente negativo di tali organismi sulle attività umane, percezione che una migliore conoscenza potrebbe certamente modificare.
Dalle meduse la sfida alle cellule cancerose |
Recentemente, alcuni progetti Europei, come MED-JELLYRISK e VECTORS si stanno occupando dei problemi correlati al fenomeno della proliferazione di meduse, considerando anche gli eventuali impatti positivi.
Studi sulla possibile attività anti-cancro di estratti di medusa hanno indicato la capacità di inibire la crescita di cellule tumorali umane in coltura e l’abilità di modulare la comunicazione intercellulare mediata da giunzioni gap (GJIC) un obiettivo chiave nel processo di carcinogenesi.
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